
– MARINA DI CARRARA –
“LA VITA è bella, seguiteci”. Loro sono i Simonsen e vengono dalla Danimarca. Sono quattro, sono belli e sono biondi: la mamma Suzi, il papà Lars ed i due piccoli Tiuri e Liva, di sei ed otto anni. Quattro avventurieri all’arrembaggio delle coste di tutto il mondo. Partiti da Copenaghen il tre di maggio scorso, sono diretti ad Istanbul. Settemila chilometri di viaggio dividono le due capitali; nel mezzo del cammino il resto del vecchio continente scoperto, scrutato ed assaporato passo passo, 25 chilometri al giorno via mare. Da nove mesi i quattro danesi errarti solcano le fredde acque con grande coraggio e con solo due kayak, uno rosso ed uno giallo.
BUON sangue non mente, e se da una parte i vichinghi terrorizzavano i mari e le terre di mezza Europa, d’altra parte i Simonsen stanno conquistando tutti con la loro simpatia e la loro storia che sa di “fuga dalla realtà”. E lo stesso è accaduto anche da noi: la famigliola ha fatto una sosta per la notte, dormendo in una tenda al Club nautico e ieri di buon mattino è ripartita verso nuovi lidi. Prossima destinazione Viareggio, poi giù nel sud per poi virare verso est, verso i Balcani ed il Peloponneso ed infine le rive del Bosforo.

MA quella che sembra una semplice, certo insolita, vacanza “on the road”, anzi “on the sea”, nasconde un significato profondo per i Sorensen. Nel 2013 l’attività di famiglia ha dovuto chiudere e Suzi e Lars sono rimasti senza lavoro; “senza più nulla” — raccontano. Lars è un educatore sociale e con la moglie gestiva un campeggio estivo per persone disabili a Sakskøbing, ad un’ora e mezza di macchina da Copenaghen. Senza lavoro e di fronte ad un bivio, i Sorensen hanno deciso di cambiare vita. Ed hanno scelto di viaggiare “a tempo pieno”: per vivere una grande esperienza tutti insieme, in famiglia; tra gioie e bellezze incommensurabili, ma anche tra grandi difficoltà e pericoli. E, perché no, per scrivere un libro sulla loro “family expedition” — come l’hanno denominata.
IL VIAGGIO dei Simonsen dovrebbe terminare a giugno con l’arrivo ad Istanbul. Sono partiti a maggio dalla loro terra natia, sono scesi in Germania ed hanno costeggiato il nord Europa: prima l’Olanda e poi il Belgio. Dopodiché hanno tagliato dall’interno, passando per la Francia, con una capatina a Parigi. Poi di nuovo giù, direzione costa azzurra; a Marsiglia hanno ritrovato il mare che li ha condotti per le spiagge di Nizza e Mentone e poi all’Italia, alla Liguria e alle sue scogliere aspre a strapiombo. Un saluto alle cinque terre, a Portovenere e al golfo dei Poeti. Nella notte dell’altro giorno la sosta nella nostra cittadina e poi di nuovo il mare, verso sud.
“NON è facile viaggiare in mare aperto con due piccoli kayak — racconta Lars — e due bambini: siamo dipendenti dalle condizioni meteorologiche. Prima di attraccare a Carrara abbiamo lottato con delle onde enormi: non è stato facile nell’ultimo periodo”. Un’esperienza senza dubbio intensa quella della famiglia Simonsen. Una fuga dalla realtà? Dalla quotidianità? Forse Alla ricerca di qualche sensazione o sentimento sopito nel tempo, o desiderato o immaginato o probabilmente inoculato. Chissà cosa troveranno in fondo i quattro biondissimi danesi.
da LA NAZIONE 11/02/2015
Questa famiglia che fugge dalle difficoltà quotidiane con lo spirito
degli antichi cavalieri “erranti” ha due differenze da loro, la prima è che sembra fuggire mentre sta compiendo un viaggio con lo scopo di farne un libro da cui ricavarne sopravvivenza, la seconda che non sono affatto erranti, come è nel significato del termine, ma hanno una meta ben precisa da raggiungere. Mi sembrano a prima impressione, a pelle, un pò matti anche se riscuotono molta simpatia e tenerezza specie per i due piccoli, è una sorta di follia quella che stanno compiendo che ha in se il seme della ricerca di libertà, liberarsi dai lacci e lacciuoli che li tengono incatenati, liberarsi dai doveri e dalle difficoltà, fuggire verso altre mete e altri luoghi per dare un senso alla loro vita resa difficile dagli avvenimenti di cui ci hai ben narrato, vivere come in un sogno sino alla meta, il Bosforo! dove realizzeranno quanto hanno voluto, ma dove ritroveranno anche un’altra realtà, ancora tutta da vivere!
Bravo Gianluca facci sognare
Gianni