Omnia vincit Amor

Prima che venga sera, il libro di Titti Federico
“Prima che venga sera”, il libro di Titti Federico

Chi non si è mai fermato a riflettere intorno al Tempo; chi non ha mai maledetto questo Nemico che si nutre del nostro sangue, che ci fa sentire piccoli, inermi. Insetti! Chi non stato trascorso, come da scossa elettrica, dal secondo che gela il sangue: tutto è vano vano vano
Che senso ha tutto questo; la Vita? La Questione ci accompagna, cammina al nostro fianco giorno per giorno, come una vecchia amica dal cappotto nero e dal naso aquilino che non vuole proprio che si abbassi la guardia. La Risposta, che sarebbe anch’essa gradita compagna di viaggio, prende invece le sembianze della meta da raggiungere, del tesoro da scoprire, del miraggio che rapisce l’assetato nell’arsura secca del deserto.
Ci vuole un fisico bestiale! Per reggere l’urto della Vita; ed è necessario tanto coraggio per affrontare i temi caldi – o meglio, freddi – a cui ho appena accennato. Coraggio che, certo, non manca a Titti Federico, scrittrice (anche se lei non si definisce tale) carrarese e autrice già di due libri: Prima che venga sera e Oltre le cose (Editore Meligrana). Abbiamo fatto una bella chiacchierata in una giornata dall’aria frizzante, dal sole sorridente e dopo una mangiata epica in un’ ottima trattoria in una delle stradine (via N. Sauro, ex via delle Capanne) più affettuose – per chi sa apprezzare – della mia cittadina (Marina di Carrara): alla facciazza del Tempo e della Morte. Tiè!

Durante l'intervista con Titti Federico
Durante l’intervista con Titti Federico

 

Gianluca – Non mi fanno impazzire le interviste “canoniche”, preferisco fare una bella chiacchierata, per conoscerci. Ho divorato il tuo libro, due volte: la lettura scivola piacevole e, al tempo stesso, i contenuti rimangono impressi in modo indelebile. Confesso che mi sono commosso più di una volta… ma quando è stato scritto Prima che venga sera?
Titti – Il libro è nato nel 2007 e pubblicato nel 2008…
Gianluca: Di getto quindi!?
Titti – Esatto! Ho buttato giù tutto in due o tre mesi; scrivevo come un’invasata! Ed è stato spontaneo: ho iniziato a raccontare di tutto ciò che avevo portato dentro di me fino a quei giorni, partendo dalla prosa che più mi aveva colpito e dalla poesia che amo. Non ho creato una trama che mi guidasse, non volevo costrizioni; mi sono lasciata prendere dai lampi della creatività, scrivevo ciò che provavo e solo dopo ho adattato una trama. Nel 2008 ho trovato una casa editrice, o così si definivano, che pubblicasse il libro: il sedicente editore non ha mai distribuito il mio lavoro ed è sparito nel nulla. Per fortuna, e grazie ad Alessio Biagi (un altro scrittore della nostra zona), nel 2011 sono entrata in contatto con Meligrana Editore, una casa editrice seria che crede in ciò che diffonde. I miei due lavori sono stati apprezzati e subito pubblicati.
Gianluca – Perché non hai iniziato prima?
Titti – Ho sempre avuto questo forte desiderio, però, sai com’è , gli anni passano e gli impegni non ti lasciano tregua; nonostante tutto, dentro sentivo che prima o poi avrei dovuto provarci. Due sono stati i motori che hanno dato la spinta decisiva: il primo, il capolavoro di un grande autore francese, l’Opera Émile Zolà; il secondo è stato il dolore: un dolore che definirei “fecondo”, causato da un momento difficile della mia vita. Dopo aver scritto mi sono sentita in pace; anzi, ti dirò di più, questa esperienza mi ha regalato una seconda giovinezza: l’attesa di sapere il giudizio della casa editrice, oppure, più semplicemente, quale fosse il parere delle persone più vicine, mi ha fatto sentire di nuovo viva. A 47 anni ho cominciato ed ora non mi fermo più!
Gianluca – Una ripresa del viaggio, una ripresa della vita: proprio come Lisa, il personaggio principale del tuo libro…
Titti – Si, Lisa è protagonista di un’evoluzione psicologica che gli altri soggetti non conoscono…
Gianluca – Vorrei azzardare un paragone tra Lisa e uno tra i più importanti personaggi femminili della storia della letteratura: Eveline, protagonista di una delle storie raccontate nel libro Gente di Dublino dell’immenso James Joyce. Lisa, come Eveline, vive in una vita “paralizzata”: è ferma, immobile, uguale, prevedibile: al sicuro; almeno secondo la sua personale visione della vita. La realtà invece è un’altra: non sta vivendo e non sta più amando. Il motivo è tutto in una parola: Paura. La paura malata, quella che ti frega; non quella indispensabile, che è spinta alla vita. La paura che ti paralizza: cosa sceglierà Lisa? Eveline di Joyce ha la possibilità di salvarsi, di tuffarsi nella vita, nel viaggio che il suo amato Frank le sta regalando. Rifiuta. Rimane immobile…
Titti – Esatto, Lisa è una donna ripiegata in se stessa; definisce se stessa e gli altri  “isole”, che, simbolicamente, indicano proprio chiusura, divisione e incomunicabilità. Ciò che non è immediatamente comprensibile è che l’isola, una volta raggiunta e conquistata, sprigiona la sua bellezza nascosta, il suo fascino; l’isola è l’alter ego di Lisa.
Gianluca – Hai usato il termine incomunicabilità: l’incapacità di comunicare è uno dei problemi che da sempre attanaglia le relazioni tra gli uomini; d’altra parte, l’impossibilità di comunicare, la privazione di questa opportunità, è una delle fonti di dolore che più insidia l’animo umano. 
Titti – Nel mio libro, infatti, questa incapacità è causa della situazione di dolore e di distacco in cui ci troviamo fin dalle prime pagine. D’altra parte, il timore che l’opportunità della comunicazione si possa interrompere porta due personaggi a muoversi e ad agire, modificando anche il rapporto tra le forze motrici della narrazione e le stesse scene che passano da centripete a centrifughe. Il tema dell’errata comunicazione, inoltre, è stato più volte affrontato in letteratura: penso a Romeo e Giulietta e la tragedia causata proprio da questo motivo, oppure al Il Malinteso di Camus; anche in questo caso il dramma trova la sua origine proprio nella mancata comunicazione. Nel mio caso, il timore della Morte e quindi della possibilità di essere in contatto è ciò che porta al Viaggio. Quest’ultimo è un altro topic su cui ruota la narrazione: è viaggio nello spazio, nel tempo e nello spirito e le tappe dell’uno corrispondono a quelle degli altri; si compenetrano quindi.
Gianluca – Il Tempo è un elemento fondamentale nella tua opera: è sempre incalzante, presente e sfaccettato…
Titti – Il Tempo è anche nel titolo: Prima che venga sera. Il Tempo è un’ossessione; il Tempo è Tiranno, per citare un autore a me caro come Baudelaire. Il Tempo è un vero e proprio personaggio; un soggetto ambiguo. E’ bene e al tempo stesso è male: Tiranno, come già detto, in quanto porta alla Sera, alla fine inevitabile, ma è anche pietoso; ci regala l’Ora Magica, quel momento prima che venga sera; l’ora dell’armonia totale, dove si può sfiorare l’eternità.
Gianluca – Dove naufragar mi è dolce…
Titti – Esatto…
Gianluca – Infine, il Tema che su tutti si erge: l’Amore.
Titti – Proprio così, questa è una storia d’Amore Universale: quello tra madre e figlia, tra sorelle, tra amiche, tra medico e paziente. C’è l’amore tra Anna e Michele: lei più grande e lui molto giovane; lei si è fermata ad aspettarlo e lui ha corso per raggiungerla. Questo Amore è l’antidoto contro il Tempo Tiranno; Michele e Anna l’hanno fermato, per poco o per sempre, l’hanno fermato. Nel mio libro racconto l’Amore che sfida la Morte e che vince; l’Amore che è l’unica forma d’identità certa. L’Ultimo Viaggio che dobbiamo affrontare è un viaggio verso l’ignoto, ma non è tutto vano o senza significato. Rimane la memoria nei posteri e l’Amore che ci unisce, che fa nascere e crescere dentro ogni singola persona una parte dell’altra. Così non esiste la fine.

Il libro Prima che venga sera (Editore Meligrana) di Titti Federico è disponibile in versione e-book e in versione cartacea presso i rivenditori: 
Pianeta Fantasia, via Rinchiosa, Marina di Carrara (MS)
F.li Luciani SNC, via Cavour, Carrara (MS)
Libri in armonia, via Angelini, Massa (MS)

4 commenti

  1. Grande Gianluca, hai fatto un lavoro eccellente! Se fossi una lettrice mi comprerei subito Prima che venga sera!!!!!!!!!!
    Grazie infinite…

  2. Bravo: giovane, effervescence, dinamico mi hai fatto venire voglia di leggere il libro, quindi recensione e intervista hanno raggiunto il loro scopo!!!:)

    • Ciao Cinzia! Grazie mille per le belle parole; il tuo commento mi ha fatto davvero piacere: provo a scrivere cercando di portare la vita e la realtà che sento dentro nelle parole che esprimo. Grazie ancora!

Lascia un commento